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Boxe Birmana Myanmar

Altre discipline

MASTER
FRANCESCO LINCETTO
RESPONSABILE NAZIONALE
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BOXE BIRMANA
Il pugilato birmano prende il nome di lethwei o Myanma yuya louvi. Questa pratica di scherma con mani e piedi nudi risalirebbe al III secolo, quando i monaci avevano la necessità sia di difendersi sia di intrattenersi. È un pugilato detto marziale, in quanto prende in prestito, dall'eredità tecnica dal guerriero birmano, tutta la sua e abilità e strategia. Divenne popolare a partire dall'XI secolo sotto i Re Anawratha, con combattimenti plurietnici senza alcuna regola e di violenza senza misura. Il modo di affrontarsi è molto specifico: tiene conto molto spesso del comportamento animale e ha pochi tratti in comune con le altre pratiche orientali.

REGOLAMENTO
Storicamente, l'incontro veniva diretto da due arbitri all'interno di un cerchio, dove era autorizzata ogni forma di percussione e di proiezione. L'era moderna ha introdotto le regole del pugilato occidentale, prima di tutto i guanti, poi le protezioni, a seguire le riprese e il quadrato (ring). Il bagaglio tecnico del combattente è molto ampio e le sue pratiche si ispirano alle esperienze di combattimento birmane; al suo interno sono presenti numerose azioni spettacolari, in particolare le tecniche volanti[2], e le tecniche di marcia su scala[3]. Nel passato, il pugilato birmano tradizionale era l'antitesi del Thaing, a causa del suo aspetto brutale; oggi non è più così, poiché è inquadrato in regole moderne, per cui può essere anche piacevole a vedersi.

CARATTERISTICHE TECNICHE "TUTTO IL CORPO E' UN'ARMA"
Nove tecniche tradizionali, formano la pratica del pugilato birmano. Le caratteristiche tecniche del lethwei tengono conto di tre componenti principali: le armi utilizzate, gli scopi e le distanze di combattimento. Troviamo:
  • Un uso di tutte le parti del corpo disponibili, di percussione e di proiezione portate attraverso nove armi principali : il cranio, i due pugni, i due gomiti, le due ginocchia e i due piedi.
  • La ricerca di percussione dell'insieme del corpo dell'avversario.
  • La gestione di tre distanze di combattimento: distanza lunga, in particolare di calcio; distanza media, colpi di ginocchio, pugno e gomito, corpo a corpo, con prese e proiezioni.

Per poter ricordare facilmente le strategie da adottare durante il combattimento il pugile deve memorizzare un insieme di, relativamente semplici, principi. Per esempio:
  • Colpire le armi, le parti del corpo dell'avversario, prima di attaccarsi al centro del corpo; per esempio, procurare una scossa con un colpo di testa nel muscolo e nello stesso tempo portare un colpo di pugno circolare o una percussione alla coscia dell'avversario, con un calcio frustrato, in occasione di un'offensiva in calcio circolare in linea mediana.
  • Le proiezioni devenno avvenire nello spazio vicino, in modo che si possa portare una percussione immediata.
Utilizzare le strategie degli animali del Thaing.  Per esempio:
percussione nelle membra inferiori avverse di tipo cinghiale, o colpo di zampa di tipo pantera nelle braccia dell'avversario, per aprirsi un varco  con un colpo rotativo della tigre di calcio al viso.


LETHWEI - YEI
È la danza guerriera eseguita all'inizio di combattimento, come dimostrazione di abilità e coraggio; alla fine della danza, con le braccia incrociate, il pugile si colpisce ciascuna delle sue spalle con la mano opposta, in modo da annunciare che è pronto a combattere; viene eseguita, al termine del combattimento, anche una danza di vittoria dopo che i giudici hanno decretato il vincitore.

LET - KHAMAUNGNKHAT
Consiste nella presentazione delle armi utilizzate dallo stesso pugile durante il combattimento di lethwei: il pugile colpisce con la sua mano aperta l'arma opposta; la presentazione si effettua dall'alto in basso, inizialmente coi pugni ed i gomiti, poi con le ginocchia ed infine con i piedi.
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